La svolta ecomediale by Michele Cometa

La svolta ecomediale by Michele Cometa

autore:Michele Cometa [Cometa, Michele]
La lingua: eng
Format: epub
editore: Meltemi
pubblicato: 2024-01-12T09:02:06+00:00


Fig. 6. Shallabala (R. J. Hamerton), Capitale e lavoro, vignetta pubblicata

sul Punch, or the London Charivari, 12 agosto, 1843.

Insomma, l’approccio geologico è uno dei metodi che ci permette di studiare la “naturacultura” (p. VII) che sta alla base dell’agire umano.

Le questioni climatiche vanno strettamente inquadrate in una critica dell’economia politica del mondo globalizzato che si concentri anche sullo sfruttamento dei materiali (che sta alla base dell’industrializzazione), In queste pratiche di sfruttamento (materiale e sociale beninteso) i media hanno sempre avuto un ruolo decisivo, se non altro perché gran parte dei materiali che ne hanno permesso la costruzione provengono dalla terra: dall’argento e i nitrati delle tecnologie fotografiche alle terre rare e ai metalli preziosi delle nuove tecnologie (fibre ottiche, superconduttori, etc.). Per non parlare del fatto che anche il regno vegetale è coinvolto nella costruzione dei media (cellulosa etc.). Insomma, Parikka progetta una “storia mediale della terra”.

È poi evidente che la geologia sia stata una delle scienze dell’evoluzione. Parikka è molto abile a ricostruire la storia culturale che tiene insieme le scoperte di James Hutton sull’evoluzione della crosta terrestre (Gould 1989) e la geologia e la paleontologia di Charles Lyell, l’amico e si potrebbe dire mentore di Charles Darwin e primo estensore in pubblico della teoria dell’evoluzione.

La scoperta dei tempi lunghi dell’evoluzione geologica sta alla base ancora oggi delle riflessioni sui “tempi profondi” (Tiefenzeit) dei media (Zielinski). Parikka racconta queste vicende seguendo il proprio metodo storico-culturale, nel senso della Cultural History anglosassone e della scuola di Turku in Finlandia, e dunque intreccia sapientemente storia della scienza e costruzioni dell’immaginario letterario e filosofico. La storia dei tempi geologici dei media e dello sfruttamento del sottosuolo passa evidentemente dalle fantasie letterarie dell’epoca vittoriana (Conan Doyle), da Julius Verne e giunge sino agli eccessi futuristici del cyberpunk postmoderno. Se l’immaginario degli insetti è stato parte consistente della modernità, non meno lo è stato l’interesse per il sottosuolo, per il mondo ctonio delle miniere, delle caverne, degli abissi marini. Del resto, chi studia la letteratura romantica e postromantica sa benissimo che i racconti sulle miniere e sull’immaginario minerale costituiscono un basso continuo della scrittura letteraria e della poetologia da Friedrich Schlegel e Novalis fino alla scrittura delle pietre di Roger Caillois, cui pure Parikka dedica pagine molto efficaci (Coglitore, 2023).

Inoltre la geologia, oltre a tenere una posizione baricentrica tra la climatologia e l’economia politica, ha costanti innervature con la chimica e la fisica, o con la metallurgia che giustamente Parikka considera una scienza del “flow”, del divenire per eccellenza, come dimostrano ancora le fantasie dei terminator postmoderni. E non si tratta solo di fantasie postmoderne se si considera che anche l’alchimia è stata una scienza dei metalli e delle loro trasformazioni.

Parikka si prefigge insomma una “storia mediale della materia” (Parikka 2015, p. 25) che è insieme storia della terra, storia delle tecnologie e storia dell’immaginario:

Le tecnologie mediali possono essere comprese come la lunga storia delle sperimentazioni con materiali diversi – dal vetro alle sostanze chimiche, dal selenio al silicone, dal coltan alle terre rare,



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